Perché lo smart working è Donna?

Qualsiasi modo d’iniziare un articolo che parla della donna correrebbe il rischio di essere retorico. Si è detto tanto sulla donna negli ultimi anni, forse troppo, e troppo poco si è fatto sul piano lavorativo. Per questo ho pensato di chiedermi cosa poter fare, attraverso il mio ruolo di CEO. Le donne sono abituate a pianificare ed organizzarsi: dalla routine quotidiana ad ogni emergenza inaspettata, spesso a discapito della loro vita privata e del loro essere madri. Sono un Manager dell’Innovazione Aziendale, abituato ad andare incontro a tante criticità interne ed esterne trovando soluzioni personalizzate. Quello che faccio oggi, è investire sul valore umano attraverso gli spazi di lavoro. Lo smart working in Italia non è stato ancora compreso, si pensa ad una clausura casalinga fatta di orari interminabili quando in realtà, è lo strumento vincente per il futuro aziendale. Ma in questo caso a parlare vorrei che fosse Silvia: donna, mamma, manager dell’ufficio vendite della mia azienda.

Come definiresti una donna in azienda oggi Silvia?  Sicuramente multitasking! Questo è l’aggettivo che oggi descrive più una donna nel suo essere lavoratrice e mamma. Una persona è multitasking quando è operativa a più livelli nello stesso momento; una caratteristica innata che contraddistingue da sempre la donna. L’azienda che valorizza la donna, automaticamente aiuta a migliorare lo stato di buona salute della propria azienda. Siamo capaci di reinventarci e calibrare le nostre capacità continuamente: la donna giovane mette in campo delle forze e la mamma altre ancora. Come un processo evolutivo che trasferisce anche all’azienda degli upgrade continui.

Sei mamma da pochi mesi, come vedi il tuo rientro in azienda?  Ho due visioni: una negativa e l’altra più positiva. Quella negativa riguarda tutto il processo di gestione della maternità nel rientro a lavoro, che manca di solide tutele a livello statale. Le nostre politiche, benché negli ultimi anni siano orientate di più al welfare, in verità sono ancora molto distanti se pensiamo alle tutele che altri paesi europei dedicano alla mamma lavoratrice. Abbiamo pochi mesi di maternità che non ti permettono di vivere serenamente il periodo della gravidanza: né di badare alle prime esigenze del neonato, né alle tue sia fisiche che psicologiche. Alla mancanza di tutele legislative si aggiungono mancanze di carattere più personale, poiché non tutti abbiamo la possibilità di avere nonni o parenti presenti o che ci aiutano. Accudire un neonato richiede tempo, pazienza ed economie da preventivare in caso di un asilo nido, con lo scotto di essere comunque distante dal neonato in un momento prezioso e irripetibile per entrambi. Questo scenario nella maggior parte dei casi porta inevitabilmente la donna a vedere il licenziamento come unica via. Rinunciando a tanto.

Qual è la visione positiva? Il lato positivo dell’essere mamma e rientrare a lavoro, lo devo all’azienda in cui lavoro oggi. Credo sia sbagliato distinguere la donna dalla mamma, siamo la stessa persona; la difficoltà sta solo nel coniugare i tempi materni con quelli lavorativi. Ecco, in questo la mia azienda mette davvero a frutto lo smart working, quello vero. Che non vuol dire restare chiusi in casa per mesi, ma avere spazi e strumenti di lavoro predisposti per un lavoro intelligente e flessibile in qualsiasi momento.

Cosa può fare l’azienda per il tuo rientro a lavoro come mamma?  Creare o incrementare lo smart working. È la risposta alla gran parte dei problemi legati alla gestione del tempo e della vicinanza al lavoro. Ma a molte aziende manca questo tipo di infrastruttura smart: che permette invece ai manager come me di crescere e portare valore aggiunto all’azienda. Sono fortunata perché la DEC crea questo tipo di forza, attraverso lo spazio di lavoro e le integrazioni tecniche. Quando una donna va in maternità non lascia una scrivania vuota, perché lo spazio è modulabile sulle esigenze di tutti. Parlo di uno smart working davvero smart, intelligente: fatto di gestione autonoma del tempo, assenza di vincoli orari e orientamento agli obiettivi. Quello che la mia azienda ha già consolidato permettendomi di gestire giorni e orari in presenza e altri da casa, senza mai perdere di vista i miei focus: la maternità e il risultato lavorativo. Dobbiamo sdoganare il concetto che la donna-mamma produrrà di meno perché non presente in azienda. Quando alle spalle si ha un’azienda come la DEC, che ha e può dare ad altre imprese un’importante consulenza su questo assetto lavorativo, hai la certezza del risultato.

Dobbiamo iniziare a chiedere alle aziende questa modalità di lavoro, a non aver paura di dire che investire sulla risorsa umana vuol dire anche investire su una Mamma.

Auguri a Silvia e a tutte le Donne, dalla Dec!

 

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