Outdoor Office. Questo ufficio non ha più pareti.

E anche il soffitto viola sta lasciando spazio all’aria aperta nel cielo dello smart-working.
Un cielo per la verità non sempre sereno, almeno nel nostro Paese.

L’outdoor office ha tuttavia un fascino crescente, sia per i tanti lavoratori da remoto, sia per le aziende più attente al comfort della propria forza lavoro. Queste ultime in particolare, si stanno rendendo conto di come almeno certi momenti della vita di ufficio non debbano necessariamente essere vincolati ad uno spazio indoor. Anzi, un cambiamento può favorire concentrazione, gestione del tempo e produttività.

La riunione con gli agenti, la presentazione del piano marketing trimestrale, il brainstorming sul lancio del nuovo concept, possono ricevere nuova linfa e aprirsi a nuovi stimoli motivazionali, se si svolgono en plain air. Ma anche una sessione operativa al desk, con le opportune accortezze, può diventare un’esperienza stimolante, che rompe la routine.
Una scrivania dotata di parasole consente ad esempio di lavorare all’aria aperta evitando l’inconveniente della luce solare diretta, magari proprio sul monitor. Per un meeting che non deve dilungarsi oltre il dovuto e al contempo deve essere efficace, un sitz block è la soluzione ideale. Una riunione più lunga di confronto e scambio fra i responsabili dei vari comparti, magari nel dehor aziendale, diventa un’esperienza più piacevole con le giuste sedute.

Per chi invece resta legato alla dimensione indoor, ma vuole apprezzare suggestioni green anche negli interni, il biophillic design non può che offrire sorprendenti soddisfazioni. L’integrazione fra uomo, ambiente, lavoro e natura si gioca anche e soprattutto a partire dalla progettazione: dalle pareti verdi, al bosco verticale milanese le possibilità sono davvero infinite. Integrare vita (vegetale) negli spazi di lavoro, rende più vivo e vivace l’ambiente e le attività connesse.

Il motivo di questa rivoluzione del mondo office?
Non solo nuove tendenze, non solo risposta green all’emergenza sanitaria, non solo sensibilità ambientale.
Sopra a tutto sta la consapevolezza, sempre più diffusa, che il benessere delle persone è un fattore competitivo che da qui ai prossimi anni inciderà significativamente nel rilancio delle imprese.